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Visualizzazione dei post da dicembre, 2023

La tabagistica traccia di suttura: la ciccatrice.

 Così come i nativi americani anche lui aveva uno spirito guida, una macaca, una Macaca Rhesus, una di quelle del fattore RH. Il suo spirito guida non aveva un nome essendo che lui non le parlava così come non parlava a sé stesso. Nel bagno aveva installato una sbarra orizzontale a cui ogni tanto s'appendeva come una scimmia annoiata messa in una rete con le maglie anche sopra, tipozoo. La sua macaca era vecchia. Ciondolando alla sbarra si era ricordato di quello che diceva di lui suo nonno: l'e 'na sèmmia, fiero del modo in cui arrampicava gli alberi. Suo nonno morì quando lui aveva poco più di cinque anni. La macaca era uno scarto di lavorazione. Aveva vissuto dalla nascita in un laboratorio dentro una gabbia di rete tipozoo. Quando lui la ricevette come anima lei non era malata, nel laboratorio l'avevan conservata bene. Ma aveva l'anima sfibrata lei. Per questo fumavano entrambi. Lei per il suo passato e lui per la sua anima macaca. Non era mai stato un campione ...

Binario morto

Non fila come un treno un sistema binario. Un sistema binario ha "uno" ch'è un sì e "zero" ch'è un no. Tertium non datur. Un sistema semplice. Con questa accoppiata si riescono a costruire architetture razionali talmente articolate da fare perdere di vista la loro banalità. Quando, così come ora sto facendo, si usa il display di uno smartphone come un PC o, andando più indietro nel tempo, come una macchina per scrivere col foglio o, ancora più indietro, come un foglio, una boccetta d'inchiostro e una penna d'uccello, si attivano sul display una serie di interruttori sì/no sotto i tasti virtuali che, per sommi capi, attraverso un hardware comandato da un software, attivano i pixels del foglio virtuale. Tutto ciò per sommi capi, ribadisco. Non è mia intenzione binarizzare il discorso ma chiudo qui la suggestione creata per iniziare a trattare l'argomento di cui volevo scrivere. L'esperienza esperita. Tentando di rappresentare questo hardware, p...

Net

 Il bambino è solo e cammina nella strada che in piena luce, scende appena dalla principale; non sarà lunga più di una ventina di metri e la costeggia un muretto dove, a intervalli regolari, sono piantati sottili paletti di ferro. Ad essi una rete a losanghe di filo di ferro con guaina di plastica verde. Al contatto non macchia e non taglia quand'è nuova e questa lo è. Il bimbo ci appende le mani ed infila il naso in una maglia e la bocca in un'altra. Lo vede. Una mano si stacca dalla rete e si infila in una tasca a cercare qualcosa. Il cane è un giovane pastore tedesco. Io sono Rasti e lui Rintin, così pensa il bimbo. Il cane sarà a cento metri. Vede qualcosa e drizza le orecchie. Il bimbo resta immobile e fissa il cane. Lo sa che verrà qui da lui. Il cane scodinzola e accenna a muoversi. Trotta e poi galoppa e, quando con un balzo gli atterra dinnanzi, il bambino sente uno schizzo di bava sul volto. Il bimbo era certo che il cane sarebbe venuto. Lo sapeva quando inguadrato gu...

Sovrappensièro

Leggendone l'etimologia ho scoperto di questa parola (che io pronuncio così) un significato differente rispetto a come io la uso: persona talmente assorta nei suoi pensieri da non accorgersi di quel che intorno le accade.  Io l'ho sempre usata quando mi accorgevo di commettere un errore perché non stavo pensando a quel che facevo (pensavo ad altro).  C'è ovviamente un analogia ma il mio significato si scosta da quello treccanesco poiché dà per implicito l'errore.  L'errore è sempre una cosa che mi suscita interesse. Traspare nell'errore qualcosa di vero che a me appare più vero ancora. Nel mio significato di sovrappensièro si incontrano, attraverso la lettura di un'azione, l'urgenza di un pensiero che sta altrove e quella di un movimento necessario. Entrambi sono per noi irrinunciabili in quell'attimo. La loro somma è un fallimento. Il loro esistere una meraviglia.

snif

  Mi strafaccio da non so più quanto.  Ho l'impressione di esserne schiavo fin dalla nascita; è un'esigenza per me e non ne posso fare a meno. C'ho provato ad astenermene ma l'esperienza extramondo che mi pervade, non la riesco a barattare con altro.  Sono un tossico, un tossico incallito.  La robba riesco a procurarmela aggratiss e questo mi permette di menare una routine che concilia il mio vizio con una vita in apparenza normale. Non mi buco: sniffo.  I viaggi che mi son fatto spaziano dalle rivisitazioni in chiave psichedelica della realtà, alle percezioni extrasensoriali che sovrappongono la vista coll'odorato, i suoni [perloppiù ritmati (mi sono accorto poi) dal battito cardiaco che, come un tamburo che modificando frequenza ed intensità, produce una trama su cui si dipanano esperienze che vanno dal drammatico al lieve] coi sapori.  La mia droga dicevo la sniffo e prima mi produce una profonda narcosi che dopo un po', si trasforma nel trip.  Mi s...

quanto tempo

  uno La statua é al centro della cartolina. Attorno alla statua il solito paesaggio da cartolina: sotto in primo piano una piazza, alla sua destra un gruppo di alberi non ben definiti, alla sinistra una fontana e, nella parte superiore, un largo edificio sormontato da una sottile fetta di cielo. Sparpagliati qua e là animali umani dentro a due o tre auto e qualcuno che passeggia. Stessa cartolina ma scattata ventiquattr’ore dopo. Il clima è cambiato da soleggiato nella prima è nuvolo nella seconda. Si potrebbero trovare tante differenze tra la prima e la seconda. Se la materia della statua, dell’edificio e della fontana non sono cambiate più di tanto in un giorno, si immagina che nel gruppetto di alberi qualcosa possa essersi trasformato anche se impercettibilmente, si è certi tuttavia di due gruppi di immagini che sono cambiati: la striscia di cielo sovrastante e l’insieme animale che non è più lo stesso. Tra la prima e la seconda è trascorso del tempo. Possiamo anche tentare di ...

Farfallo

 Sono un farfallo, non sono uno scienziato. Quindi non mi si chieda: come mai?   Sono come una farfalla però dell'altro genere. Sono cazzone così come si addice al genere mio.  Così oggi, dopo essermi grattato il pacco, mi stiro le ali e mi appresto, in ghingheri ed al mio massimo splendore, a farmi una chiavata e poi morire. E mi sgorga una grassa risata pensando a voi umani che passate una vita facendo gli sboroni, arrabattandovi a mettere da parte chissà quali tesori per poi trovarvi, in una lunga agonia che dura anni, a convivere col vostro corpo che va in sfacelo, morendo, rimpiangendo quelle oramai antiche guzzate. Bando alle ciance, ho scorto un pupa (non in quel senso, mica son pedofilo), e quella sicuro non scappa. Dopodiché... orvuar. 

Amico transpecifico

Nonostante oramai sia anziano nel mio intimo irrazionalmente ingenuo, resto identico a quand'ero bimbo. Quand'ero bimbo sognavo d'avere un mio animale, una forma inumana di vita che fosse votata a me, un amico transpecifico con cui, ingenuamente mi figuravo, intendersi. Non l'ho mai avuto. Per la verità mi è stato regalato un cucciolo di cane con cui ho convissuto diciott'anni, ma non conta essendo la Pirina, era femmina, un pezzo di me o meglio una mia estensione che quand'è morta mi ha lasciato monco. Così la mia sessantennale ricerca è continuata indefessa passando idealmente dai corvi alle lumache, dai parrocchetti alle macache ma, vuoi per un fattore etico, vuoi per un così ed un colà, mi sono ritrovato al dodicesimo lustro ancora privo del bramato mio animale. Per una serie di fattori che nulla c'azzeccano col covid, mi son trovato a curiosare tra argomenti che oscillano tra la geologia, la zoologia e la biologia e da 'gnurante quale sono, ho scope...

Generazionalogia e Cosologia

 Avendo ultimamente il vizio di inventare nuove materie di studio, posso tranquillamente affermare di essere plurilaureato e professore. Le materie: Generazionalogia: disciplina personale che si occupa di drenare, nel proprio circostante, tutto ciò che si crede importante. Ovviamente è importante ma la generazionalogia non si occupa di tutto ma solamente di ciò che verrà tramandato, cioè di ciò che accade ora e resterà alle future generazioni. Cosologia: disciplina personale in cui ciò che viene definito dalle parole come unità (casa, animale, persona, borsina della spesa, roccia, etc.) contenga suppostamente un'anima.

Sapore

  Non si può linkare un libro.  Non si può sostituire l'esperienza di leggere assiemi di parole con, che so, un filmato.  Uno scritto è diverso da qualsiasi altra forma espressiva umana.  Nello scritto troviamo: - scrittore (che tenta di distillare ciò che con la parola si perderebbe come i filmati linkati); - scritto (codifica comunicativa, che diventa una sorta di vetro, una barriera neutra); - lettore (che tenta di percepire il pensiero dello scrittore). E' pur vero che la lettura senz'altro cambierà quando il lettore troverà dall' altra parte del vetro, non più una persona ma qualcos'altro e questo qualcosa, invece di essere un conspecifico che ti lancia un messaggio, sarà la somma dei messaggi che tutti noi, ma non il nostro sè in particolare, vorremmo farci dire.  Non più stupore quindi, bensì sopore.

Natale

  Non dico nulla di nuovo affermando che il natale abbia sostituito paro paro la festa del sole invitto. Così come nulla di nuovo dico affermando che quando l'invitto ci si mostra, son passati otto minuti e sblisga. Quando stiamo inochiti a contemplare la sua nascita, il suo apparirci, il nostro roteare insomma che fa si che finalmente! noi lo si veda, lui, l' invitto, era lì da un po'. Questo suo apparirci son fotoni, particelle velocissime che catturiamo con dei sensori energetici che chiamiamo occhi. La Fisica, come ognuno di noi sa, attualmente afferma che i fotoni siano contestualmente particelle ed onde. Onde come quelle del mare, come quelle dei suoni che percepiamo normalmente con quei sensori energetici che definiamo orecchie. Così come chiunque sa, possiamo misurare la distanza di un lampo contando i secondi intercorsi dal suo apparirci al sentirlo e, pur non avendo recettori adatti a percepire il rumore/suono dei fotoni è chiaro che l'apparirci del sole sia u...

Emoticon

 Ad indicare una svagata e moderata gioia, disegnerei un emoticon di un omarino stilizzato, ritratto di spalle mentre con un saltello fa schioccare i tacchi delle sue lucide scarpe ed atterrando poi prima con l'una, tip, quindi con l'altra, tap, guardasse il nitido cielo che gli avrei colorato davanti scorgendo, in quelle due virgole attaccate che vi avevo piazzato, un volatile che, a mano a mano che gli si avvicina, va a delinearsi come un avvoltoio e, mentre l'uccello gli s'approssima, all'omarino le ginocchia si fanno di burro finché collassa al suolo esanime. L'avvoltoio atterra e banchetta in preda a una svagata e moderata gioia. Non credo d’esser l’unico a scrivere emoticons e non credo neppure d’essere il più bravo a farlo però non credo siano stati scritti tanti emoticons tentando assieme di fare umorismo nero e animalismo. A Natale.