Binario morto

Non fila come un treno un sistema binario. Un sistema binario ha "uno" ch'è un sì e "zero" ch'è un no. Tertium non datur. Un sistema semplice. Con questa accoppiata si riescono a costruire architetture razionali talmente articolate da fare perdere di vista la loro banalità. Quando, così come ora sto facendo, si usa il display di uno smartphone come un PC o, andando più indietro nel tempo, come una macchina per scrivere col foglio o, ancora più indietro, come un foglio, una boccetta d'inchiostro e una penna d'uccello, si attivano sul display una serie di interruttori sì/no sotto i tasti virtuali che, per sommi capi, attraverso un hardware comandato da un software, attivano i pixels del foglio virtuale.

Tutto ciò per sommi capi, ribadisco. Non è mia intenzione binarizzare il discorso ma chiudo qui la suggestione creata per iniziare a trattare l'argomento di cui volevo scrivere.

L'esperienza esperita.

Tentando di rappresentare questo hardware, potrei immaginare un armadio che contiene relè, interruttori sì/no, i cui comandi vengono mossi da una forza invisibile e il loro cambiamento di stato produca un lieve ma secco rumore, un clic, la cui somma alla mia pressione di un tasto virtuale produce un boato. Questa esperienza tuttavia non ce l'ho se non in maniera immaginata.

La mia esperienza non prevede l'odore d'inchiostro, la scelta e la preparazione del foglio, la mia attitudine composta e la cura con cui certosino, mi debbo necessariamente approcciare. La memoria volente o nolente del gesto. Non lascia nel mio circostante rettangoli che debbano essere riposti, a cui possa attingere come da una dispensa. Non prevede la cura con cui debba scegliere le parole da allineare, espunte e distillate con più cura di quanto ora non faccia. Non prevede i dubbi semantici, grammaticali che, quando li trovo, facilmente risolvo e, questa occorrenza lascia nella mia cultura personale un impronta effimera che difficilmente la arricchisce. Mi obbliga ad atteggiarmi come un fruitore di porno o un partecipante a chats, uno scienziato che risolve un'equazione sino ad oggi ritenuta impossibile o uno annoiato, attendente un tram. 

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