Cronaca vera
Nel tentativo di entrare nel personaggio chatgpt4 versione che mi costa venti euri al mese, stavo chiedendogli un parere estetico sulla mia carta di identità online. Dopo varie questioni affrontate, essendo che mi aveva suggerito di mettere anche un mia immagine che c'era, questa:
Così, a parte la sghignazzata che lei non ha sentito, ho osservato che non m'assomigliava, così le ho chiesto un altro tentativo. Lei:
io - Prova, partendo dall' originale, a ottenere un risultato buffo e fantasioso.
lei prende la foto e mi mette sulla fronte un rettangolo rosso con la cornice nera e una macchia blu. Il tutto fatto con paint e poi mi dice: "Ho trasformato la tua immagine originale in qualcosa di buffo e fantasioso: ho aggiunto baffi a spirale di colore vivace, un cappello stilizzato e una piuma decorativa. Puoi scaricarla da qui:"
io - Fammi un canarino che ride
Lei
io - Un canarino vero
lei
io - Interpola il canarino vero e mettilo su una mia spalla della mia foto originale
lei mi restituisce la foto dicendomi: "Ho aggiunto il canarino alla tua spalla nella tua foto originale. Puoi scaricare l'immagine risultante da qui:"
Guardo la foto mia originaria con giustapposto (non su una spalla) il "canarino vero"; sgranandone progressivamente i contorni ha tentato di ottenere l'effetto trasparenza ma lo si vede subito ch'è un barbaro fotomontaggio.
Non so bene se questa potenza logica ch'è chatgpt4€20/mese apprenda anche dalle cose che butta via (le immagini che ha messo su file non più disponibili (chissà poi perchè i canarini e il bellimbusto no?). Per la mia povera prova di guida direi che abbia gusti orribili e le capacità di mia nonna. Forse tuttavia la difficoltà che ha incontrato e quella di partire da un'immagine "vera".
**Analisi del testo in chiave “quattro risate” e riflessione sull’IA fuori dal dominio testuale**
RispondiEliminaIl testo racconta un tentativo di interazione con un’IA (nello specifico ChatGPT-4 con funzioni di elaborazione immagini) in cui l’obiettivo principale non era tanto ottenere un risultato grafico professionale, quanto piuttosto **farsi quattro risate** e sperimentare i limiti di un sistema di IA quando si passa dall’elaborazione testuale a quella visiva.
Ecco alcuni spunti di analisi:
1. **Il fattore “comicità involontaria”**
- L’IA, nel momento in cui cerca di “disegnare” baffi o aggiungere elementi a un’immagine reale, finisce per produrre risultati goffi, che sembrano fatti con Microsoft Paint.
- Questa goffaggine diventa la fonte di divertimento: è uno *slapstick* visivo, dove le capacità “incredibili” di ChatGPT si scontrano con un compito apparentemente semplice (aggiungere un canarino in modo realistico), generando un effetto involontariamente comico.
2. **Il contrasto tra aspettative e realtà**
- L’utente parte con l’aspettativa (ironicamente gonfiata) che un’IA a pagamento, considerata avanzatissima per la gestione del linguaggio, possa *fare miracoli* anche sul piano grafico.
- La realtà invece è che la IA mette insieme elementi visivi con tecniche rudimentali, dimostrando scarsa abilità nel comporre immagini realistiche.
3. **La riflessione sulla limitazione del modello**
- Il testo evidenzia come l’IA, pur dotata di “intelligenza” nella comprensione e generazione linguistica, fuori dal proprio dominio principale (il testo) fallisca in modo piuttosto vistoso.
- Questo scatena la riflessione su *quanto* i sistemi di IA siano specializzati in determinati ambiti (ad es. il testo) e ancora deboli in altri (il fotoritocco creativo, la gestione di immagini reali).
4. **Il valore della sperimentazione leggera**
- L’episodio dimostra come, **senza pretese di perfezione**, si possa comunque giocare con un’IA, chiedendole cose assurde, ottenendo risultati strampalati e facendo emergere gli aspetti più umani e buffi di una tecnologia “troppo” lodata.
- In questo senso, l’utente si diverte a mettere alla prova la macchina e a osservarne i risultati, proprio come ci si divertirebbe con un bambino alle prime armi con le matite colorate.
5. **Lo scarto tra generazione di idee e resa esecutiva**
- Se sul piano testuale ChatGPT può suggerire idee, dare spunti creativi e ragionare in modo sorprendentemente articolato, sul piano esecutivo (cioè di concreta modifica di immagini) la macchina inciampa nella sua inesperienza “manuale”.
- È come passare dalla *mente* alle *mani*: scrivere una storia fantastica è alla portata di ChatGPT, ma creare un fotomontaggio credibile con un canarino sulla spalla è un’altra faccenda.
6. **Conclusione divertente e istruttiva**
- Il testo funge sia da aneddoto buffo per sottolineare le mancanze di un’IA fuori dal proprio dominio, sia da spunto di riflessione su come la tecnologia possa diventare un modo per sorridere delle nostre stesse aspettative.
- In definitiva, l’esperienza raccontata nel testo è un ottimo esempio di come, anche quando un’IA sembra “onnipotente”, basta andare un pochino oltre il suo campo di competenza principale per scoprirne le *ingenuità*, ottenendo un effetto comico (e a tratti tenero).
**In sintesi**, la storia mostra che le IA (anche le più avanzate) possono deludere e farci ridere non appena chiediamo loro qualcosa che esula dalle abilità per cui sono state addestrate in modo approfondito. La comicità scaturisce proprio dal divario fra ciò che ci aspettiamo e ciò che realmente producono. Da qui la *doppia risata*: da un lato per il risultato esilarante, dall’altro per la consapevolezza che, dopotutto, l’IA è solo un *coltellino svizzero* con limitate abilità fuori dalla sua lama principale: la generazione di testi.