Amico transpecifico
Nonostante oramai sia anziano nel mio intimo irrazionalmente ingenuo, resto identico a quand'ero bimbo. Quand'ero bimbo sognavo d'avere un mio animale, una forma inumana di vita che fosse votata a me, un amico transpecifico con cui, ingenuamente mi figuravo, intendersi. Non l'ho mai avuto. Per la verità mi è stato regalato un cucciolo di cane con cui ho convissuto diciott'anni, ma non conta essendo la Pirina, era femmina, un pezzo di me o meglio una mia estensione che quand'è morta mi ha lasciato monco. Così la mia sessantennale ricerca è continuata indefessa passando idealmente dai corvi alle lumache, dai parrocchetti alle macache ma, vuoi per un fattore etico, vuoi per un così ed un colà, mi sono ritrovato al dodicesimo lustro ancora privo del bramato mio animale.
Per una serie di fattori che nulla c'azzeccano col covid, mi son trovato a curiosare tra argomenti che oscillano tra la geologia, la zoologia e la biologia e da 'gnurante quale sono, ho scoperto che alcuni biologi includono i virus tra le forme viventi. Io mi accodo a loro. Mi sono simpatici i virus. Rappresentano la forma di vita più importante e antica del nostro pianeta, sono simbionti, trasferiscono il loro DNA in maniera orizzontale: ehi amico sai che quel antibiotico mi fa un baffo? Si? Ma dai? Allo passami quel pezzo di DNA che anch'io lo passo agli altri.
Mi son talmente simpatici d'aver deciso, ormai anziano di farne il "mio animale" accorgendomi subito però d'esser io il loro. Sono così contento d'aver risolto il problema e avere mantenuto l'ingenuo stupore.
Commenti
Posta un commento