quanto tempo

 uno

La statua é al centro della cartolina. Attorno alla statua il solito paesaggio da cartolina: sotto in primo piano una piazza, alla sua destra un gruppo di alberi non ben definiti, alla sinistra una fontana e, nella parte superiore, un largo edificio sormontato da una sottile fetta di cielo. Sparpagliati qua e là animali umani dentro a due o tre auto e qualcuno che passeggia.


Stessa cartolina ma scattata ventiquattr’ore dopo. Il clima è cambiato da soleggiato nella prima è nuvolo nella seconda.


Si potrebbero trovare tante differenze tra la prima e la seconda. Se la materia della statua, dell’edificio e della fontana non sono cambiate più di tanto in un giorno, si immagina che nel gruppetto di alberi qualcosa possa essersi trasformato anche se impercettibilmente, si è certi tuttavia di due gruppi di immagini che sono cambiati: la striscia di cielo sovrastante e l’insieme animale che non è più lo stesso.


Tra la prima e la seconda è trascorso del tempo. Possiamo anche tentare di fare un piccolo pezzo di Storia. Anche se questa Storia non sarebbe una materia scientifica essendo che la scienza storica si occupa di trasformazioni più significative. Il breve lasso di tempo trascorso tra le due, non ci permette, se scambiate, di sapere quale sia la più vecchia.


Questo è un primo, non in ordine cronologico (ah, ah), senso del tempo.

due

Ognuna delle due cartoline ha un proprio tempo, quel tempo che si compie nel breve attimo in cui viene catturata l’immagine. E' talmente breve quell'attimo che il suo tempo  a noi quasi sfugge, sembra ingessato. Non è così ma ciò che è dentro a quel quanto di tempo ci pare esiziale, anche se, in quel quanto, la clorofilla saliva nei canali di una di quelle piante, il cuore di un animale si trovava all’interno di una fase di pulsazione, i fotoni ondeggiavano e particellineggiavano permettendo così di creare le immagini. Due tempi interni infinitesimali, uno per ogni cartolina.

tre

C’è un tempo interno molteplice, uno per ogni cartolina. E’ il tempo evinto dalla somma dei sensi dei tempi dei soggetti. Per la statua un tempo ampio, Per le piante e gli animali un tempo simile. Il tempo di crescita che ubbidisce a regole di stagionalità nelle piante cedue e alla loro, per noi, apparente fissilità. Per il fluire dell’acqua nella fontana un tempo contestualmente statico (è sempre acqua) e dinamico (è un’altra acqua).

quattro

C’è il tempo esterno, il tempo di chi raffronta le due cartoline. E’ un ch’è in costante trasformazione, un tempo in cui il raffrontante apprende via via altre nozioni rispetto a quella prima esplicita evidenza. Cerca insomma di capirle, di capire cosa ha percepito.


quindi 


Questi quattro tempi sono chiaramente immersi in un concetto di tempo unico ma si distinguono essendo che possiamo comprenderli assieme, come di fatto avviene nel momento percettivo, ma non di dirli, per dirli dobbiamo trattarli come entità separate. Chiunque è in grado di vedere le due cartoline e descriverle; chi in maniera sommaria chi in maniera più dettagliata tuttavia chiunque si appresti a descriverle, subirà lui stesso un cambiamento della sua percezione originaria in ragione del dover pensare alle due cartoline in maniera razionale, nel tentativo di significare la sua percezione. Chiunque quindi si comporterà alla stregua di quei fotoni, ad esempio, che se osservati si comportano in un modo, altrimenti in un altro.


Le cartoline rappresentano la Scienza, quel che sappiamo comunicare. I quattro punti, mutuati dalla forma tetraedricheggiante del tempo (quella forma che con dei tre fa quattro), quel che c’è e di quel che c’è, soltanto ciò che percepiamo.


1+1=π dove il primo 1 è una cosa e il secondo un'altra e il π un tre esuberantemente sgangherato che, pur non facendo quattro, non è tre.

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