so di non sapere a bastanza
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Visualizzazione dei post da novembre, 2024
Wikipedia popolare
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Non è che la materializzazione, in formato elettronico, di una nuova materia: La Scienza popolare LSp non si vuole contrapporre alla Scienza e non se la fila nemmeno. Si tratta in realtà di uno stile narrativo. Essendo uno stile narrativo corale, non ricerca nei suoi lemmi particolari significati ma: che siano utili, che so, vuoi accendere un fuoco? vai su Wikipop e lo troverai. Lo scopo è quello di condensare, su alcuni argomenti, diversi significati, ad esempio alla voce: accendere fuoco, non solo ci saranno tutorials per i combustibili, l'innesco, i luoghi, ma ci saranno anche parti ironiche sulla conquista dell'agognato (appicciare) altro e magari questo sottoinsieme si nutrirà in misura tale che, nel senso, sorpasserà quell' altro (i cerini, la carta, gli stecchi, etc.). La LSp vuole dare conto del fatto che l'esperienza è la fonte del nostro sapere, solo lei. Quindi quando qualcuno mi dice energiaugualeamassapervelocitàdellalucealquadrato non posso fidarmi e devo...
The wrong theory of the mistake
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Hai detto: La teoria sbagliata dello sbaglio Alla base di questa teoria si dà per premessa che: tempo=parola=dio nient'altro. La teoria asserisce che il linguaggio sia, nella sua accezione moderna, figlio dei primi grugniti che l'umanità ha emesso e che questi grugniti non provenissero da uno scemo, ma, quando i grugniti spontanei venivano governati, da una mente straordinariamente potente e geniale: un incrocio moltiplicato tra SebBach e VirWoolf. Passa un po' di tempo, per i più pessimisti quarantamila anni, e siam qua, ad abitare un circostante di parole, ad ascoltare nonostante noi, parole. Queste parole non contengono la nostra naturalità, essendo un oggetto inventato per raccontarla, coi limiti nostri e quelli del nostro interlocutore. Così la parola scritta si pone un obiettivo analogo ma differente: di depositare il senso del tempo sulle parole, e il dialogo che si crea tra lo scrittore o traduttore e il lettore non è un monologo, bensì un vero e proprio dialogo t...
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Avevo dieci anni cinquant'anni fa e m'impressionò, ancora lo ricordo, che mio padre adottasse, per marcare la merce, un codice che lui riteneva blindato, o quantomeno blindato sufficientemente. Il codice era: SENZADIRLO, una sequenza di lettere a cui appioppare un numero: S uno, E due, etc.. Un QR code ante AI. Ovviamente quella stringa riportava altri dati: il costo, il prezzo di vendita e la data d'acquisto più una lettera o un numero a caso. Quel carattere a caso, pareva a mio padre, un elemento essenziale per la qualità estetica della stringa che ne risultava.
Storie naturali
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Son convinto che l'arte non abbia supporto e quando l'ha, è un fatto casuale anche s'è l'unica forma d'arte che comunemente vien definita tale. Prendo un chitarrista. È un artista? Si. Tuttavia è pensabile ad esempio che anche il liutaio che ha costruito la chitarra lo sia. È possibile ad esempio che il chitarrista usi uno strumento che non suona come la chitarra elettrica ma non vorrei fare polemica così resto alla chitarra acustica, il liuto evoluto. È possibile che anni e annorum fa, il liutaio avesse avuto una certa popolarità nel suo paese, mettiamo il Giappone, che gli permise di metter su una fabbrichetta di chitarre a cui diede il proprio nome, chiudo gli occhi e ne pesco uno a caso: yamaha:-). Ovviamente queste chitarre non poteva costruirle tutte lui, così formò una serie di operai che sotto la sua rigorosa sorvigilanza, le costruivano. Essendo che alcuni anni fa il signor yamaha è morto (gli auguro di no, la mia è una storiella di pura fantasia) l'azi...
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Si può dire che chatgpt abbia uno stile narrativo. Se gli chiedi di un cioccolatino, di una bici, se ti ama, risponde sempre con un canone logico: Premessa qualcosadeltipo, bella domanda Analisi Dei tipi di cioccolatini, di bici, di amori. Sintesi qualcosadeltipo, tutto bene, tutto bello. Banalotto insomma ... lo stile narrativo. Ma chiaro. Con cappelle e limiti. Ma chiaro. È chiaro perché dà delle informazioni con questo stile banalotto. Con l'aggiunta di una cortesia amicale che imbarazza (chi sei? cazzo vuoi?) salvo poi dicendoci: bella domanda, farci elargire una miglior disposizione. L'analisi che fa contiene: cose che non sapevamo, che sapevamo ma le avevamo dimenticate, cose ovvie. Messe lì, chiare. Poi ci saluta lasciandoci il sapore d'esser stati dei gran fighi. Un sapore dolce. Un po' stucchevole. Banalotto. Mi sono accorto, facendo dei test drive, che tuttavia si può tentare di usarlo per scrivere qualcosa, questo nuovo calamaio. È molto difficile impu...
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La cultura è la somma delle cose comunicanti. Cose comunicanti che non son che il frutto dei nostri agire. Se faccio qualcosa e ne parlo, o ne scrivo, o ne faccio una foto, o qualsiasi altra cosa ne faccia, beh quella non è ancora cultura. Se ne scrivo, ad esempio, il mio foglio andrà a occupare l'ultimo posto in alto, di un'enorme pila di fogli. Per un secondo o poco più; fino a che qualcun altro non ne metterà un altro sopra al mio. Se andassi a spasso nel tempo potrei arrivare alla fine del mondo; alla fine dell'esistenza del genere umano. Potrei fascicolare allora questo libro e, sfogliandolo da pagina uno in avanti, tenterei d'arrivare all'ultima pagina. Andando a spasso per il tempo, potrei immaginarne la fine e potrei anche immaginare di ricordarmi ogni singola pagina e potrei anche immaginare di essere la persona più intelligente del mondo anche se nessuno lo saprebbe, essendo finito il genere umano. Pur sapendo tante cose tuttavia dovrei ammettere d'av...