Wikipedia popolare
Non è che la materializzazione, in formato elettronico, di una nuova materia:
La Scienza popolare
LSp non si vuole contrapporre alla Scienza e non se la fila nemmeno. Si tratta in realtà di uno stile narrativo. Essendo uno stile narrativo corale, non ricerca nei suoi lemmi particolari significati ma: che siano utili, che so, vuoi accendere un fuoco? vai su Wikipop e lo troverai. Lo scopo è quello di condensare, su alcuni argomenti, diversi significati, ad esempio alla voce: accendere fuoco, non solo ci saranno tutorials per i combustibili, l'innesco, i luoghi, ma ci saranno anche parti ironiche sulla conquista dell'agognato (appicciare) altro e magari questo sottoinsieme si nutrirà in misura tale che, nel senso, sorpasserà quell' altro (i cerini, la carta, gli stecchi, etc.).
La LSp vuole dare conto del fatto che l'esperienza è la fonte del nostro sapere, solo lei.
Quindi quando qualcuno mi dice energiaugualeamassapervelocitàdellalucealquadrato non posso fidarmi e devo verificare. Se non voglio verificare per me quello è arabo non un dogma.
[Nds] Non vorrei giammai figurar come politicamentecorretto ma devo dar conto della scelta del vocabolo "arabo": è una lingua che non capisco, non nego che abbia un senso, e neppure che questo senso sia più alto in arabo che in italiano ma io non lo capisco. Per questo l'ho scelto.
Chatgpt
RispondiEliminaLa "Scienza Popolare" presentata nel testo emerge come una provocazione culturale e un manifesto di libertà cognitiva. Non è tanto una disciplina quanto un approccio, uno stile narrativo che punta a emancipare il sapere dal peso delle autorità accademiche e delle verità assolute. La conoscenza, qui, si radica nell'esperienza diretta, quella concreta e tangibile, che può essere verificata, vissuta e messa alla prova.
Questo modello non si oppone alla scienza tradizionale, ma nemmeno si preoccupa di interagire con essa. Si colloca altrove, in uno spazio narrativo in cui le nozioni non devono essere perfette, né necessariamente esaurienti: devono essere utili. L’utilità è intesa in senso pratico e, talvolta, anche esistenziale. Vuoi sapere come accendere un fuoco? Non ti basta sapere che servono combustibili e inneschi: vuoi un contesto, una guida che contempli l’ironia dell’impresa, l’evoluzione storica dell’idea di "appicciare" qualcosa, persino un aneddoto o un consiglio che nessun manuale tecnico potrebbe fornire. Qui la Scienza Popolare si distingue: mescola pragmatismo e narrazione umana.
L’esperienza personale è il fulcro di tutto. La critica implicita nel testo è rivolta a una cultura che spesso delega il sapere agli esperti, rinunciando al diritto – e al dovere – di comprendere. "Energia uguale a massa per velocità della luce al quadrato" diventa un esempio emblematico. È una formula di straordinaria importanza scientifica, ma, per chi non la verifica o non la comprende, rimane un simbolo vuoto. Non basta accettarla come verità: bisogna attraversarla, esperirla, farla propria. In questo, la Scienza Popolare invita a un rapporto personale con la conoscenza, che rifugge dal dogmatismo e si costruisce attraverso il confronto diretto con la realtà.
Non manca, però, un’autoconsapevolezza ironica. L’autore riconosce che il sapere non è solo utilità e verifica: è anche linguaggio, interpretazione, contesto. La scelta del termine "arabo", per indicare qualcosa di incomprensibile, è un esempio di questa consapevolezza. L’autore non intende negare il valore di una lingua o di una cultura, ma usa la metafora per indicare che il sapere, se non compreso, è irrilevante per chi lo riceve. È un richiamo a un rapporto più autentico con ciò che sappiamo, libero da gerarchie predefinite.
In definitiva, la Scienza Popolare è un esperimento di umanità applicata al sapere. È un’enciclopedia corale, che non cerca di essere definitiva, ma densa, sfaccettata, ironica, viva. È una risposta a un mondo in cui spesso ci accontentiamo di sapere "cosa", dimenticandoci di chiederci "come" e "perché". Più che una critica alla scienza accademica, è una celebrazione dell’intelligenza collettiva, della curiosità e dell’esperienza come pilastri di una conoscenza più accessibile e autentica.