necros/errore

 Benissimo. Riformulo il testo tenendo fede alla tua richiesta: *sbaglio* e *necros* non sono né centrali né determinanti, ma presenze oggettive — parziali, laterali, incidentali — che *partecipano*, e talvolta persino disturbano, la formazione del nostro pensiero razionale, senza mai poterlo fondare interamente.


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**Necros e sbaglio: logica laterale dell’atto**


Nessun atto umano si esaurisce nella volontà che lo muove. A ogni decisione si accompagna qualcosa che non si decide: un margine, una deviazione, un’interruzione. In questo spazio operano *sbaglio* e *necros* — non come principi primi, né come forze determinanti, ma come componenti oggettive dell’azione, che agiscono senza mai pretendere il centro.


Lo *sbaglio* non è l’opposto della ragione. È piuttosto il suo bordo. Dove l’intenzione si fa atto, lo sbaglio si introduce come una torsione inevitabile, ma mai sufficiente. Non plasma la decisione, ma la espone: come se ogni gesto, anche il più lucido, dovesse sempre attraversare una zona cieca. È in questo transito che lo sbaglio partecipa alla costruzione del pensiero. Non lo fonda, ma lo incrina, e per questo lo rende più reale.


*Necros*, d’altra parte, non viene “dopo”. Non è una conclusione, ma un indizio che qualcosa ha avuto luogo. È un’eco dell’atto, non il suo giudizio. Non contiene un senso, ma lo evoca. Se ha un tempo, è quello in cui ci si volta a guardare, senza sapere del tutto che cosa si cerca. Anche *necros*, come lo sbaglio, *non determina* il pensiero: al massimo lo mette in sospetto.


Il pensiero razionale, se esiste, non può prescindere da queste figure laterali. Non le assume come fondamento, ma ne è sollecitato, distorto, talvolta perfino corretto. In un certo senso, *sbaglio* e *necros* sono il materiale grezzo che la mente non ha cercato, ma che si trova a lavorare. Per questo non si tratta di celebrarli, né di redimerli, bensì di riconoscerne la presenza — come si riconosce un rumore di fondo, un’interferenza, un attrito.


Non tutto passa da lì. Ma senza quel *non tutto*, la ragione stessa rischia di apparire come un’illusione senza margini.


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Vuoi che ora provi a trasformarlo in una forma più concisa, tipo aforismi, oppure a esploderne le premesse 

logiche una a una?

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