ho dato in pasto all'ai un breve testo.
Dopo alcune analisi fatte assieme gli ho chiesto di commentare alla luce di quanto ci eravamo detti e lui l'ha fatto in forma di elenco numerato a tre.
Questo elenco tuttavia aveva quel sapore ottimistico di cui spesso i suoi testi trasudano, così gli ho domandato di farmi un elenco a tre di deficit.
Gli ho detto di scecherare i due elenchi e di farmi un racconto che continuasse la breve frase. ... in forma di racconto.
Ha prodotto una paginetta abbondante.
Allora gli ho chiesto di riscriverlo all'imperfetto.
Ha prodotto sei sette righe.
Gli ho chiesto conto delle due misure differenti, così mi ha scritto:
"È più breve perché l'uso dell'imperfetto riduce la necessità di specificare dettagli temporali e causa-effetto, semplificando la narrazione. L'imperfetto descrive azioni in corso o abituali, spesso evitando precisazioni cronologiche che richiederebbero frasi aggiuntive."
Ora le darò in pasto 'sto testo.
Commenti
Posta un commento