Nel contesto della teoria della probabilità, un diagramma ad albero rappresenta visivamente una sequenza di eventi, descrivendo sia eventi indipendenti che probabilità condizionate. Ogni nodo corrisponde a un evento, con la probabilità di ciascun nodo calcolata come prodotto delle probabilità dei suoi eventi precedenti. Tuttavia, se si ribalta questa logica e si considera la formula "1+1=3" non come somma ma come divisione, emerge una prospettiva alternativa. L'unità si scinde in due entità distinte, ciascuna rappresentata come "1". Questo processo riflette un'idea: la nostra comprensione avanza attraverso divisioni, non moltiplicazioni.

Tale interpretazione trova eco in una riflessione più ampia sui tre livelli di pensiero umano: logico, culturale e biologico. Il pensiero logico si basa su strutture razionali e analitiche, guidate da principi di coerenza e deduzione. Il pensiero culturale si manifesta in abitudini e convenzioni sociali, non innate ma apprese. Il pensiero biologico è radicato nelle risposte fisiche e automatiche del corpo, una logica incarnata che regola comportamenti adattivi. Questi tre livelli interagiscono costantemente, creando una forma di "metapensiero" che integra logica, cultura e biologia.

La cultura, in questo schema, non è solo patrimonio di conoscenze ma un sistema di trasmissione e adattamento di informazioni, che include anche fenomeni come il trasferimento genico orizzontale nei batteri. In tal senso, il pensiero umano non è unico ma parte di un continuum che coinvolge anche cellule e batteri. Una tabella potrebbe rappresentare questi tre livelli di pensiero in modo comparativo: nell'umano, il pensiero logico e culturale sono predominanti, mentre in batteri e cellule domina il pensiero biologico.

La parola, simbolo del pensiero logico-culturale, è un prodotto dialogico. Non nasce da un singolo individuo ma da un'interazione, un tentativo di comprensione condivisa. In questa dinamica, la parola si sviluppa come uno strumento che non appartiene a nessuno e che evolve nella comunicazione, esemplificando l'interazione continua tra logico, culturale e biologico.

La formula "1+1=3", dunque, non è una semplice provocazione matematica, ma una rappresentazione simbolica di questa complessità: due unità identiche generano una terza realtà, una sintesi che non è riducibile alle singole parti. E proprio come un diagramma ad albero, questa comprensione si espande, si ramifica, rivelando nuovi significati e connessioni ad ogni divisione o fusione di idee.

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