Evidente è il cambiamento di significato che, a un certo punto della Storia, ha avuto la strada.
Non sono un paleoantropologo tuttavia penso sia facile immaginare che le prime strade fossero sentieri.
Come tutti gli accidenti , i sentieri hanno un ché di rivelatorio. Anche oggi, in qualsiasi parco ci si trovi, oltre a quelle idiotissime piste per pedoni, chiunque può scorgere un sentierino. A volte porta a un luogo di perdizione, talora ad un buio cantuccio in cui espletare le funzioni espulsive, ma la maggior parte è prodotta da chi, economizzando energia, evita di seguire il percorso indicato: l'idiotissima pista per pedoni.
Quindi, le prime strade erano sentieri. Non ci voleva un seminole per capire dove la più parte della gente andasse. Seguire il sentiero era facile. Ma, andasse a fare cosa? In realtà non andasse ma passasse di lì, per poi andare a fare cosa?, non so.
Ogni persona incideva sul territorio la sua fretta di sbrigare una faccenda, di correr dall'amata, di cercare aiuto, e più in generale di menare la giornata arrivando la sera a sapere che ci sarà un domani. Un domani che vogliamo. Non c'è bisogno di prevedere il futuro. Nei tratti sgarruppati qualcuno metteva una pietra. Questo modo piacque. Piacque a tal punto che chi costruiva strade diventava famoso. Diventava famoso per aver costruito il più antico patrimonio dell'umanità.
Sulle tracce delle piste di noi strani animali.
È dunque l'episodio più antico di architettura pubblica. Se fosse un edificio cammineremo sul suo tetto il tetto più tappo del mondo; un tetto pragmaticamente accogliente; traccia tangibile dei risultati di un test in cui l'unità di tempo venisse individuata nella Storia dell'umanità, anche quella astorica che ne rappresenta la maggioranza.
Ho avuto la fortuna d'abitare nel centro della mia città per la metà della mia vita. Ho sempre trovato la strada medievale, nella sua essenza: biologica. A me la strada medievale ha sempre suggerito un fascino ruspante. Ora, in questo buffo centro a pianta medievale, si riesce a percepire un "senso" particolare e cioè, mentre t'incammini e ti trovi davanti un bivio e interroghi il tuo googlemaps interiore se ti convenga la manca o la l'altra, il tuo googlemaps interiore stima che il differenziale energetico (fatica) tra l'una e l'altra per la meta è: esiziale. Delle due scegli quella che più ti piace. Con buona pace di Google Maps. Insomma andar di qua e di là per arrivare lì, non cambia molto. Per una persona. In una strada medievale.
Non ci vuole un seminole per capire come fossero un tempo le strade. Sulle nostre colline, camminando, si può intravvedere, capire, percepire, come fossero le strade. Quando capita d'incamminarsi in una stradinacarina, che c'ha i fossetti nei lati e una fila d'alberi che l'accompagna, beh quel taglio, quelle inclinazioni, quel prender una salita con quei giri tipopassostelviodenojarti, anche due o anche uno, camminando si sente la differenza e l'avremmo preferita, nel suo affrontare ripide discese o immense piane, alla moderna strada che ha trasformato il suo senso.
Chi cammina sa bene che alle rotonde si chiede al pedone di fare più strada che a un'auto. A prescindere dall'inciviltà che dimostrano, 'ste rotonde, obbligando ad allungare il percorso a chi spinga una carrozzina, se fossimo due venticinquenni in forma io a piedi e té in auto perchecazzo io devo fare più strada di té? se non per il fatto che la strada è stata costruita per té e non per me? Che poi tu non sei un automobilista ma come me, sei una persona. Cioè siamo noi due persone, io a piedi e té in auto, e io ti chiedo: sei d'accordo che le strade sono costruite per le auto? Se té mi rispondessi sì, allora continuerei dicendoti: quindi queste non sono strade, sono piste, piste costruite su vecchie, o antiche strade, o nuove piste, costruite comunque immaginando i movimenti delle auto, non delle persone.
Non sono più quei tappi patrimoni dell'umanità, le persone.
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