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Visualizzazione dei post da settembre, 2024
 L'unica garanzia di qualità è il fattore tempo. Il fattore tempo, in qualsiasi ricetta, anche di crudo pesce, dissimula dall' esigenza energetica, l'esigenza di amplificarsi in ragione del tempo, di affermare: -a'gh'avrò trï dè da capër-, il giorno in cui si spira. Un piccolo futuro immaginato.

e tre

Vorrei chiamare in causa il mio caro e vecchio amico: Onan.  È ben noto che, erroneamente, l'attività automasturbatoria venga definita onanismo, tuttavia così definendola si distorce la storia del mio amico (gran guzzatore) punito da dio per il fatto che quando s'accoppiava, spargesse il suo seme al vento.  Ora, che il suo seme si librasse nell'aere senza finire quantomeno a terra fa già del mio amico un caso eccezionale su cui in seguito vorrei soffermarmi, giacché mi corre ora l'obbligo di sottolineare il fatto che accoppiarsi senza generare fosse pratica talmente diffusa da dover impelagare il mio amico in un biblico aneddoto riportato in forma scritta per migliaia di anni che tuttavia oggi è frainteso.

De Pugnettae due

- Pare, dico pare!!! ... che le pugnette non contino!!!!!!- [ovazione] ' sta barzelletta, ambientata il giorno del giudiziouniversale, m'è sempre piaciuta. All'inizio della mia attività sessuale che, senza farmi scrupoli su cos'avessero pensato i posteri, verteva esclusivamente sull'incessante masturbazione, man mano :-) conoscevo l'altro genere le chiedevo: ... ma tu mai?!, imperturbabilmente ricevevo in risposta: io no, io mai. Non che questo mi limitasse, facendomi immaginare cosa i posteri ne avrebbe detto, tuttavia mi fece abbacinare, e quell'abbacinio ancora m'accompagna. A più di sessant'anni ancora non so come si regoli l'altro genere così ho deciso che De Pugnettae sia un argomento trattato al maschile, di dargli insomma un limite da aggiungere agli altri miei.

De Pugnettae

C'è chi sostiene che l'attività masturbatoria sia deleteria. Io sinceramente non saprei. Tuttavia il mio organo e la mia mano mancina documentano che quest'attività non sia cagione di calli e vesciche. Nella stragrande maggioranza dei casi essa vien svolta all'interno delle pareti domestiche e, quando al loro interno abitano altre persone allora, si sceglie un cubicolo in cui ci si possa appartare. A chiunque sia successo di dover interrompere l'attività repentinamente anche solo a causa di un fruscio che potesse rivelare la presenza, e quindi la potenziale irruzione nell'attività, di qualcun altro, risulta evidente che grado di concentrazione l'attività richieda. La concentrazione è il primo passo per quel viaggio tempospaziale, per quella esigenza d'astrazione che il buon esito dell'attività richiede. Indipendentemente dal fatto che piaccia o non piaccia, l'attività richiede le stesse capacità della meditazione. 
 Alle 2h14'32" una donna girava insonne per casa, un uomo sognava di mettere un piede in fallo e precipitare, si sarebbe svegliato agitato dopo 33",, una ragazza aveva appena avuto la certezza che il suo bambino aveva di nuovo pisciato nel letto. In nessuno di questi luoghi tuttavia, e neppure negli altri, aleggiava un profumo crudo di té comprato a barattoli da mezzo chilo e pizzicato dentro l'ampia tazza coll'acqua bollente, il qual té, in infusione da circa un minuto (cinquantasei secondi), aveva iniziato a rilasciare i suoi benefici malefici, così almeno l'uomo pensava. Alle due e quattordici e trentadue, il té nel suo insieme di acqua e foglie secche dunque, poteva esser bevuto ma non tutto, non tutto in quell'attimo ch'era oramai passato. Così almeno l'uomo pensava.
 Sto lontano da quelli perfetti. La loro perfezione è un mio abbaglio.
 " ... .Tolman doveva fare il primo turno, ma dopo circa un'ora emerse dallo scompartimento di Bohr per dire a Groves: «Generale, non ce la faccio più: mi ritiro, Lei è nell'esercito, tocca a lei farlo». Cosi, per due giorni Groves restò seduto nello scompartimento di Bohr in conversazione con l'illustre fisico. Secondo le sue ricostruzioni, lo rimaneva a sentire per tre ore la mattina, quattro ore il pomeriggio e un paio d'ore la sera, quando Tolman si lasciava commuovere e li raggiungeva. Bohr sedeva accanto al finestrino e, nel discorrere, guardava fuori, il grande Ovest americano. Il suo modo di parlare è stato spesso descritto. Georges Gamow scrisse una volta che «Bohr non riusciva a pensare se non chiacchierava con qualcuno, ma ciò che diceva poneva grandi interrogativi al suo interlocutore. Praticamente tutti coloro che trascorsero del tempo con Bohr descrissero il suo modo di parlare come un borbottio confuso: impastava le parole insieme a vocali rimbombant...