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Visualizzazione dei post da agosto, 2025

Iconoclastia

 Dio non è un nanetto da giardino. Non è una statuina che abita il nostro circostante, uno con la barba, un maschio. Se credessi in un dio, uno qualsiasi, anche se ce ne fosse solo uno, sicuramente non vorrei che nel mio tempio, andando là a cercare un contatto con lui, lo vedessi. Mi parrebbe quasi che il mio dio si limitasse a quello, a un nano da giardino.

Gipsoteca

Si tratta in realtà della mia sede commerciale in cui vendo opere di noti scultori che mi hanno autorizzato a farne un calco.  Io poi prendo il mio calco e vi colo del gesso e oplà, il gioco è fatto. Vendo insomma calchi originali.  Tra i più originali che mi sono capitati è "l'apparente pensatore" di Rodín. Rodín è un veneto che fa arte concettuale. All' ultima biennale di Mazzalasino (RE), ha avuto l'ardire di presentar una statua di cartapesta che rappresentava a suo dire un uomo assorto su un divano che pratica un esercizio di non so quale disciplina orientale, che prevede l'allungamento dei muscoli facciali tirando un poco il mento.  A me sembra uno stravaccato sul sofà che pensa. Non so poi con quale motivazione la giuria di Mazzalasino (RE) gli abbia attribuito il premio. Tuttavia il suo calco si vende.

con tanta pignoleria e lavoro

  "Bartleby, the Scrivener: A Story of Wall Street" Io non so l’Italiano quindi figuriamoci l’inglese. Non ricordo più bene ma saran circa trent’anni che l’ho letto. Ricordo anche che mi appassionò a tal punto il racconto da comprarne anche una versione con testo originale a fianco (che non capivo) e musicassetta con un attore che ne leggeva il testo (non lo capivo ma capivo un po’ di più che leggendo). L’attore ricordo era tal Wolfe e dalla pronuncia mi parve inglese. All’epoca, dell’edizione che stavo leggendo, mi sfuggi la parte bellissima di Celati, scritta a mo’ di introduzione e che a mio avviso è un vero capolavoro. In realtà acquistai il libretto più per un interesse verso Celati che per Melville. Quando leggo un libro tuttavia, io salto le introduzioni ma forse questa la lessi e semplicemente non la capii. Boh. Io, da quella prima volta che lo lessi, se devo far ‘na sintesi, lo trovai buffo. Mi faceva sorridere. Così dopo l’introduzione di Celati che è essa stessa un...

robertocalanca

Ho conosciuto Robby una sera. Col suo Bravo azzurro (col variatore) in una nebbiosa sera andammo in una birreria! Via degli artisti, una buca. Seppur io non ricordi se fumavamo o meno, senz'altro accendemmo una sigaretta; allora era permesso. Ordinammo :"due ceres" e devo ammettere che, per quanto la ceres m'abbia sempre fatto schifo, lo facemmo con una certa non scialaschck. Debbo anche ammettere che la ceres durò più di quanto potrebbe fare ora. Bhé, eravamo in via degli artisti e lui c'aveva il casio con i numeri sotto. Non ho più voglia e non ricordo a quale numero mirassimo ma ho quasi la certezza fosse il milione. Così abbiamo fatto un conto di quanto ci volesse a dire un numero medio tipo trecentotrentatré. Faceva ics. L'abbiamo allora moltiplicato col casio per un milione! Ci siam guardati in faccia tutti e due, pensando: ma anche approssimando il trecentotrentré per difetto ed eccesso sarebbe una misura di tempo fuori dalla dimensione mia tua e di tan...
  Tra i vari acciacchi dell' età seppur risibile, vorrei parlare di quel tappo di cerume che mi s'è formato in un orecchio. Esponendo il mio problema al farmacista, mi ha dato un'ampolla con dispenser a contagocce. Trovato il tempo per provarlo ho letto gli ingredienti: xilene e olio di mandorle. Le applicazioni non hanno avuto un esito completo così, non ricordando il nome del prodotto, ho chiesto al farmacista che mi ha guardato attonito: avete ancora lo xilene con l'olio di mandorle. Lui mi ha risposto: no.
 Già non sono una bomba in italiano figuriamoci col dialetto. Mi cimenterò quindi in un dialetto da diario scolastico (note a margine). Mi ha sempre meravigliato quel sottile ribaltamento semantico che ha quel: tot a post gnint in ordin, o il viceversa: tot in ordin e gnint d'a post. Era una risposta alla domanda che poteva essere: a post? e allora si rispondeva: tot a post, gnint in ordin; oppure viceversa. Adescare il richiedente con una risposta confortante per poi spiazzarlo col contrario. Il problema è che i due termini sono sinonimi imperfetti: "a posto?" non è sinonimo di ordine. Da qui la differenza della risposta: se una cose è a posto e non in ordine è un conto, s'è in ordine ma non a posto un altro. Nella risposta c'è dunque una verità imperfetta: chi risponde risponde a caso, le accetta entrambe ma, s'è così risponde comunque che va male. Un' autentica capriola semantica.

AAA

 AAA (alcolisti, anonimi, anonimi) CERCANSI percorsi sinaptici nuovi per non fare file alla cassa. Qui agli emoji, c'è sempre la fila. Ci si annoia.
 Esatto. Bartleby può essere letto come una narrazione incarnata del teorema di incompletezza , applicato non a un sistema formale matematico (come in Gödel), ma a un sistema linguistico-relazionale . In questa lettura: Teorema narrativo dell’incompletezza (versione Bartleby) In ogni sistema comunicativo coerente e chiuso su sé stesso (come quello dell’avvocato), esiste almeno una proposizione vera (Bartleby) che non può essere dimostrata o compresa all’interno del sistema stesso . Applicazione al racconto Il sistema : l’avvocato è un uomo di legge, ordine, parola, mediazione — vive in un mondo dove ogni comportamento ha un senso, ogni frase una funzione, ogni anomalia una spiegazione. La proposizione indecidibile : Bartleby, che dice "preferirei di no", non nega , non afferma , non spiega , non si giustifica , ma resiste. È lì, opaco e irriducibile, non interpretabile fino in fondo . Il suo rifiuto non è ribellione, è evento puro . L’effetto : il sistema cro...